L’OLIO EXTRAVERGINE DI OLIVA (EVO) IN PRIMA LINEA CONTRO I TUMORI
Oggi i tumori sono malattie curabili ed è importante seguire uno stile di vita corretto e un’alimentazione equilibrata e sana non solo per la prevenzione ma anche dopo la guarigione. La dieta mediterranea contribuisce a preservare dalle recidive del tumore, specie in relazione all’utilizzo dell’olio extravergine di oliva per le sue qualità antitumorali e benefiche offerte all’organismo umano dalla sua miniera ineguagliabile di antiossidanti. Le virtù dell’olio, assunto nel contesto di una dieta equilibrata, sono state dimostrate da numerosi studi epidemiologici eseguiti soprattutto su donne che erano guarite dal tumore al seno. I risultati sono stati tutti a favore del consumo di olio extravergine di oliva come alimento fondamentale per la prevenzione dalle recidive. Numerosi studi epidemiologici hanno mostrato che il consumo regolare di olio extravergine di oliva, come avviene nei Paesi del sud Europa, è inversamente correlato a vari tipi di tumore (del tratto digerente, della mammella, dell’ovaio, dell’endometrio ecc.) anche se, nella maggior parte dei casi, non sono ancora chiari i meccanismi della sua azione preventiva. Dai dati di letteratura, appare che i componenti più attivi nel proteggere e prevenire le patologie tumorali siano l’acido oleico e la luteina, ma un’azione protettiva antitumorale sia anche esercitata dai polifenoli (tirosolo e idrossitirosolo, secoiridoidi e lignani), dallo squalene e dal -sitosterolo, da tocoferolo e carotenoidi.
Uno studio condotto dal Karolinska Institutet di Stoccolma nell’arco di 4 anni (1987/1990) su circa 62.000 soggetti di età fra 40 e 76 anni, ha dimostrato che l’assunzione di 10 grammi al giorno di olio extravergine di oliva può ridurre il rischio di tumore al seno del 45%. Secondo gli Autori i grassi monoinsaturi (acido oleico) potrebbero essere protettivi contro il tumore della mammella.
Quattro studi prospettici, in Spagna, in Grecia e in Italia, hanno confermato che il consumo di olio extravergine è associato a un minore rischio di tumore al seno. È stato dimostrato che se sostituissimo con grassi insaturi, di cui è ricco l’olio extravergine di oliva, appena il 5% delle calorie totali introdotte sotto forma di grassi saturi, potremmo registrare una riduzione del rischio di carcinoma mammario del 33%, di carcinoma colorettale del 22%, nonché di altri tumori del tratto aerodigestivo superiore (orofaringe, laringe, esofago). Una serie di esperimenti in laboratorio (Università di Granada e di Chicago, 2008) condotti su linee cellulari di tumore mammario che esprimevano il gene Her-2/neu (iperespresso nel 20-25% dei tumori mammari umani e associato a prognosi più severa) se venivano trattate con acido oleico, mostravano un netto rallentamento dell’accrescimento cellulare. In un altro studio del 2009 condotto presso l’Università di Barcellona, è stato dimostrato su modelli sperimentali di cellule di carcinoma mammario che l’olio extravergine di oliva inibisce l’attività dell’oncogene p21Ras (che stimola la proliferazione incontrollata delle cellule e facilita la crescita dei tumori), favorisce la apoptosi, cioè la morte programmata delle cellule incluse quelle tumorali e sarebbe responsabile della protezione del Dna cellulare (le cellule di animali nutriti con una dieta ricca di olio extravergine di oliva hanno fatto registrare lesioni al DNA significativamente inferiori al gruppo di controllo). Al contrario dell’olio d’oliva, quello di mais, ricco di acidi grassi omega 6, favorirebbe l’aggressività tumorale.
L’olio extravergine di oliva nella dieta inoltre è stato dimostrato svolgere un’azione protettiva contro lo sviluppo del cancro colo-rettale attraverso differenti meccanismi:
la sua stabilità nella cottura dei cibi anche alle alte temperature riduce la formazione di prodotti di degradazione dannosi, non solo per l’intestino ma anche per altri organi,
influisce sulla struttura degli acidi biliari secondari presenti nel colon, che influenzando il metabolismo delle poliammine nelle cellule del colon, riducono la probabilità di trasformazione della mucosa normale in tumori benigni (adenomi) e carcinomi,
i polifenoli con la loro azione antiossidante neutralizzerebbero i radicali liberi presenti nelle feci impedendone l’azione dannosa e potenzialmente cancerogena sulla mucosa intestinale. Da studi recenti, ancora in fase di verifica, sembrerebbe che l’acido oleico possa avere anche un’azione antiproliferativa sulle cellule tumorali. Nel 2017, un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo ha inoltre dimostrato che l’olio extravergine di oliva, grazie all’acido oleico, sarebbe in grado di ridurre il rischio di sviluppare tumori cerebrali. Lo studio, condotto su modelli cellulari, ha evidenziato che l’acido oleico è in grado di stimolare la produzione di una molecola (miR-7) che impedirebbe la formazione di proteine favorenti la cancerogenesi.
Ma gli effetti benefici dell’EVO si esplicano in tutti gli apparati del nostro organismo:
Protegge dalle malattie cardiovascolari, i polifenoli in esso contenuti contrastano l’aterosclerosi, l’ipertensione e l’ipercolesterolemia che sono le principali cause delle malattie cardiocircolatorie. In particolare, favoriscono una maggior produzione di nitrossido, potente vasodilatatore, e prevengono dall’ossidazione delle lipoproteine LDL. Le LDL ossidate, infatti, sono le principali responsabili della formazione della placca aterosclerotica con conseguente restringimento delle arterie e insorgenza di malattie cardiovascolari.
Un’indagine epidemiologica prospettica, condotta negli USA per la durata di 13 anni su 41.000 soggetti di età compresa fra 29 e 65 anni, ha dimostrato che l’olio EVO è in grado di ridurre significativamente il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari. Fra i soggetti che assumevano quotidianamente 30 g circa di EVO (dose giornaliera consigliata dai nutrizionisti) è stata apprezzata una riduzione del 26% di rischio di morte per malattie cardiovascolari. La percentuale di riduzione di rischio saliva al 44% nei soggetti che, al momento dell’inserimento nello studio, erano già affetti da malattie cardio-circolatorie.
La FDA (Food and Drug Administration), l’ente statunitense responsabile della sicurezza alimentare e dei farmaci, ha autorizzato ufficialmente i produttori di olio a indicare in etichetta che “mangiare due cucchiai di olio d’oliva al giorno può ridurre il rischio di danni coronarici”.
L’EVO volge un’azione benefica nello sviluppo del sistema nervoso: la sua composizione lipidica è simile a quella del latte materno, rendendolo un alimento essenziale nella dieta del bambino. In età adulta, invece, ci preserva dalle malattie legate al rallentamento e al deterioramento delle funzioni cerebrali, come per esempio nella malattia Alzheimer. Ciò grazie soprattutto all’azione antiossidante dell’acido oleico, dei polifenoli e del tocoferolo (vitamina E). Tali malattie vengono in parte determinate da un eccesso di radicali liberi che, legandosi con componenti essenziali della cellula nervosa, ne alterano la struttura e ne favoriscono la degenerazione.
Un recente studio condotto dall’Università di Chicago ha dimostrato come l’oleocantale, sostanza responsabile del sapore pungente dell’alimento, interferisce con l’azione di proteine neurotossiche coinvolte nel morbo di Alzheimer.
È il più digeribile e il più sano tra i grassi ed ha un effetto benefico su tutto il sistema gastrointestinale, proteggendone le mucose. L’acido oleico, infatti, riduce la produzione di acido cloridico e quindi previene gastriti e ulcere. Accelera, inoltre, il transito nel tratto intestinale, favorendone la regolarità. Favorisce l’attivazione del flusso biliare e lo svuotamento della cistifellea, ostacolando l’insorgenza di calcolosi biliare. Ricercatori inglesi hanno recentemente riportato che l’acido oleico sarebbe in grado di bloccare le sostanze chimiche che, nell’ intestino, possono aggravare l’infiammazione legata alla colite ulcerosa e a prevenirne l’insorgenza nel 90% dei casi.
Nel 2005, dai ricercatori dell’Università di Filadelfia, è stato identificato nell’EVO un polifenolo, denominato oleocantale, che ha effetti simili a quelli dell’ibuprofene, un antinfiammatorio non steroideo. Certo non potremo usare l’extravergine per curare il mal di testa, poiché in 50 grammi di olio EVO è contenuta una quantità di oleocantale pari al 10% della dose di ibuprofene, raccomandata come antidolorifico per gli adulti, ma va sottolineata la possibilità dell’EVO di contrastare l’attività dannosa che l’infiammazione cronica di basso grado ha nelle malattie come l’ictus, l’infarto, il cancro mammario e il cancro polmonare.
È noto che i cibi ben conditi e aromatizzati riducono il senso della fame ed è stato dimostrato che l’olio extravergine di oliva ha un’azione antifame più di ogni altro condimento grasso poiché conferisce agli alimenti un aroma particolarmente stuzzicante e delicato. Una ricerca multicentrica (2012) ha scoperto peraltro che alcune molecole aromatiche dell’olio EVO, in particolare l’ESENALE, sarebbero in grado di stimolare il senso di sazietà con una azione antifame che non si limiterebbe al solo olfatto ma che è, con ogni probabilità, correlata all’aumento, dei livelli ematici di serotonina (un neurotrasmettitore che interviene nel dare senso di sazietà). Inoltre l’acido oleico, di cui è particolarmente ricco l’olio EVO, giunto nell’intestino si trasforma in una sostanza, l’oleoiletanolamide (OEA) che dà il senso di sazietà. Somministrato come farmaco, l’Oea riduce l’appetito, abbassa i livelli di colesterolo nel sangue e provoca la perdita di peso.
L’olio extravergine di oliva rappresenta un elemento cardine della dieta del paziente affetto da diabete mellito, in quanto riduce i livelli di zuccheri nel sangue e la resistenza all’insulina tipica di questa condizione. È stato dimostrato che la cottura in olio riduce il carico glicemico degli alimenti, cioè la capacità di rilasciare zucchero nel sangue, e che fra i suoi polifenoli è l’acido elenolico che sembra possedere la proprietà di ridurre l’insulino – resistenza. Secondo una recente ricerca sperimentale, infine, una dieta sana ricca di EVO può prevenire le patologie di un nascituro di madre diabetica (anomalie congenite, macrosomia, debolezza metabolica, insufficienza respiratoria, autismo…).
L’EVO consente una ottimale mineralizzazione del nostro apparato osteoarticolare: l’olio extravergine di oliva facilita l’assorbimento della vitamina D e del calcio, che svolgono un ruolo importante nel mantenimento del benessere del nostro scheletro. È stato inoltre sperimentalmente dimostrato che un polifenolo, l’oleuropeina, svolge una specifica azione stimolante sulla formazione delle cellule osteoblastiche. Grazie all’azione antinfiammatoria dell’acido salicilico e dell’oleocantale, l’olio di oliva può anche essere considerato un efficace alleato terapeutico nell’artrosi.
L’EVO protegge da diverse patologie infiammatorie cutanee, quali la psoriasi, l’acne, la dermatite atopica e altri tipi di eczema. La ricerca scientifica ha dimostrato come lo squalene, in particolare presente nell’olio di oliva possieda proprietà antiossidanti nei confronti delle radiazioni solari, diminuendo la produzione di radicali liberi a livello della pelle fotoesposta.
L’olio extravergine di oliva è particolarmente indicato durante la gravidanza grazie al suo rapporto ottimale tra acidi grassi polinsaturi, saturi e monoinsaturi (acido linoleico, linolenico e oleico) e ha la capacità di assicurare un buon rapporto di vitamine liposolubili (A,D,E,K), di stimolare la mineralizzazione delle ossa e di prevenire rischi emorragici del nascituro. Proteggendo la mucosa gastrica, evita le esofagiti da reflusso, particolarmente frequenti nell’ultimo trimestre. Può, inoltre, contribuire a prevenire alterazioni metaboliche abbastanza frequenti quali il diabete gestazionale e la stipsi.
Un’alimentazione sana e corretta è fondamentale per favorire la fertilità, specie nel caso di procreazione assistita e della successiva gravidanza. L’uso abituale di olio extravergine di oliva sarebbe un elemento chiave per aumentare le possibilità di successo, stando ai dati preliminari (2015) di uno studio dell’Università di Southampton che ha confrontato gli indici di fertilità di 100 coppie sottoposte a fecondazione in vitro e che seguivano un’alimentazione in cui differiva il tipo di olio. I dati devono ancora essere confermati, ma secondo i ricercatori l’aggiunta di olio extravergine d’oliva potrebbe aumentare le chances di avere un bambino fino al 40%.